Cinem@llo[spa]: a maggio un mese di film sul lavoro, i lavoratori e gli atipici

cineforum maggio

A maggio presentiamo un mese di film e documentari dedicati ai lavoratori e ai precari… Per discutere insieme e creare connessioni tra lavoratori che vivono diverse condizioni e non-lavoratori.

Ogni venerdì aperitivo cenato dalle 20 e proiezione alle 21.

@llo s.p.a. (spazio popolare autogestito) di via XXIV maggio 51, a Termoli

2 Maggio Incontro con i lavoratori + apericena sociale + film “RIFF RAFF”

R.a.p. (rete per l’autorganizzazione popolare) Molise organizza il 2 maggio alle ore 18 un incontro con lavoratori ed esponenti sindacali di diverse realtà produttive del nostro territorio, per un dialogo sui vecchi e nuovi attacchi al mondo del lavoro, e un confronto sulle nuove forme di sfruttamento e precarietà giovanili.

Dalle ore 19.30 apericena sociale per l’autofinanziamento dello spazio sociale.

Ore 21 proiezione di Riff Raff, di Ken Loach, primo di un mese di film dedicati al lavoro, ai lavoratori, e agli ‘atipici’.

Ppresso lo s.p.a. (spazio popolare autogestito), in via XXIV maggio 51 a Termoli

https://www.facebook.com/events/258197194353439/cineforum maggio

“FORZA VECCHIA”

Appello a tenere alta la guardia


La democrazia centrata sui media e sullo spettacolo gioca brutti scherzi e ci ha abituati allo stravolgimento del senso delle parole. Venerdì 7 Febbraio, infatti, una “forza” politica che si autodefinisce “nuova” ha organizzato, in un noto locale nei pressi di Termoli, un incontro in vista delle prossime elezioni europee con il suo leader nazionale Roberto Fiore.

Ci domandiamo cosa abbia di nuovo una forza che predica la difesa della famiglia tradizionale in barba ai diritti civili delle coppie omosessuali, che sostiene l’esigenza di un rimpatrio “umano” dei migranti per ripristinare una presunta identità nazionale – in nessun luogo come in Italia frutto di un processo imposto con la violenza e la ragione del più forte – che vorrebbe il ripristino delle corporazioni per assicurare la pace sociale, cioè eliminare definitivamente il conflitto di classe, che difende i Patti lateranensi del 1929, frutto della dittatura fascista che riconosceva nella religione cattolica la guida spirituale del popolo italiano.

La nostra Repubblica nasce laica, democratica ed antifascista. È bene che questi valori continuino ad essere affermati con forza, poiché che la democrazia è un orizzonte verso il quale tendere e non un dato di fatto, acquisito una volta per tutte. Nell’Europa drammaticamente segnata dalla crisi, il risorgere di nazionalismi e populismi rappresenta il sintomo di un corpo profondamente malato, al quale i sedicenti movimenti politici come “Forza” Nuova in Italia ed Alba Dorata in Grecia vorrebbero prescrivere la medicina dell’esclusione del diverso e dell’autoritarismo. Perciò non bisogna, mai, abbassare la guardia contro queste forze della restaurazione che potrebbero, facendo leva sul rancore e la rabbia diffusi, riprodurre i mostri della xenofobia e dei totalitarismi di estrema destra da cui i popoli europei si sono liberati al costo di milioni di vite umane.

Non sprecheremo altre parole, che comunque non basterebbero per esprimere a pieno il nostro sdegno e il nostro rifiuto verso queste ideologie ed i loro nostalgici seguaci.

Invitiamo, in ogni caso, tutte le forze politiche locali democratiche e progressiste che si riconoscono nei valori solidi dell’antifascismo, della democrazia e della laicità a vigilare costantemente, affinché questi personaggi non abbiano alcuna legittimità di parola e di azione politica nei nostri territori.

Siamo per un’Europa meticcia, laica, solidale, anticapitalista, che riporti il conflitto sociale ad essere motore della storia e del progresso, antiviolenta e contro ogni forma di guerra del capitale e di discriminazione, diretta e indiretta. Affermare con forza il nostro rifiuto delle ideologie della estrema destra, in Italia come in Europa, significa lottare contro il germe dell’ignoranza che produce il mostro dell’autoritarismo.

Termoli, 10 febbraio 2014

 

R@p (Rete per l’autorganizzazione popolare) Molise

Partito della Rifondazione Comunista del Molise

Collettivo i mazzemarille

Cineforum allo S.p.a. “Come un uomo sulla terra”

Dal 2003 Italia ed Europa chiedono alla Libia di fermare i migranti africani. Ma cosa fa realmente la polizia libica? Cosa subiscono migliaia di uomini e donne africane? E perché tutti fingono di non saperlo?

come un uomo_banner

Ne discutiamo dopo la proiezione:
Giovedì 21 novembre
#cena sociale dalle ore 20:00
#inizio film ore 21:00

allo S.p.a. [Spazio popolare autogestito], via XXIV maggio 51, Termoli

evento fb: https://www.facebook.com/events/658499924171560/

16Nov un #fiumeinpiena a Napoli, e ritorno

un-fiume-in-piena

Sabato 16 novembre più di 50mila persone hanno invaso le strade del centro cittadino di Napoli per continuare a tenere l’attenzione alta sullo stupro dei territori, nello specifico quelli della “terra dei fuochi”, andato avanti per decenni ad opera degli interessi camorristici e imprenditoriali nel silenzio pressoché totale delle istituzioni, locali e nazionali. Letteralmente un “Fiume in piena” (così ha deciso di chiamarsi lo stesso comitato promotore della manifestazione) ha marciato per più di tre ore sotto una pioggia battente, che non per questo ha reso la mobilitazione meno energica e determinata.

Una varietà di soggetti, dal mondo dell’associazionismo ai comitati in difesa del territorio, dai rappresentanti di alcuni comuni agli studenti organizzati, dalle parrocchie fino ai centri sociali, è confluito nella bellissima piazza del Plebiscito, riempiendola dei contenuti e delle istanze nate nel corso del tempo in quei territori irrimediabilmente compromessi dallo sversamento di rifiuti tossici e segnato da un costante aumento del tasso di tumori, che vuol dire morti e famiglie distrutte dai lutti. Perché è proprio di questo che si tratta: di un modello di sviluppo letteralmente contro natura, che devasta l’ambiente uccide gli uomini e le donne che lo abitano.

stop biocidio

È con questa consapevolezza che un gruppo di noi molisani ha deciso di aderire e partecipare al grande corteo napoletano. Abbiamo portato con noi il dolore e l’urlo di rabbia di un territorio che, non diversamente dalla Campania, è stato per decenni miniera d’oro per ecomafie e affaristi senza scrupoli. Una cricca di pochi ha per anni fatto enormi profitti a spese della salute e della vita di tantissime persone, e compromettendo quella delle prossime generazioni.

Non solo sversamenti di rifiuti illegali, ma anche legalissime operazioni industriali che, ad esempio nel basso Molise, hanno sfruttato il ricatto del lavoro per imporre un modello di sviluppo che “estrae” soltanto profitto, senza preoccuparsi delle ricadute sociali e ambientali.

In questo stesso spirito abbiamo gridato anche il nostro NO! alla mega-stalla della Granarolo, un progetto industriale lontanissimo dalle vocazioni turistica, agricola e gastronomica del Molise, basata sulla qualità, salubrità e il km 0. NO! perché è un progetto talmente impattante dal punto di vista ambientale che in altre regioni d’Italia non sarebbe mai e poi mai approvato, a causa dei paletti imposti da parametri ambientali sulle emissioni di gas serra e nitrati. NO! perché andrebbe a consumare suolo e soprattutto acqua, in quantità pari a una città di migliaia di abitanti, mentre qui in basso Molise la risorsa idrica già scarseggia per molti periodi all’anno per gli usi agricoli e domestici, ecc ecc.

La lotta contro le granmanze ha suscitato interesse e solidarietà da parte di altre componenti del corteo napoletano, che con la sua determinazione ci ha convinto ancora di più che la lotta per dire NO alla mega-stalla e SÌ a un diverso modello di sviluppo basato sulle persone e non sui profitti, è una lotta che non solo vale la pena combattere, ma che stavolta si può anche vincere.

sui rifiuti tossici in Molise:
– http://www.primonumero.it/attualita/primopiano/articolo.php?id=15267
– http://www.restoalsud.it/2013/11/01/ho-visto-tutto-nei-terreni-di-venafro-hanno-sepolto-rifiuti-industriali/
– http://matteoderrico.wordpress.com/2013/11/06/i-rifiuti-della-campania-sversati-nei-boschi-del-molise/

sulla questione NoStalla:
– comitato “No stalla, Sì Molise Bene Comune”:
https://www.facebook.com/pages/Comitato-No-stalla-S%C3%AC-Molise-Bene-Comune/619819461409562
le ragioni del NO: http://www.primonumero.it/attualita/rubriche/articolo.php?id=2914
– http://www.articolotre.com/2013/11/gran-manze-il-molise-regione-stalla-il-rischio-ce/221107

Cineforum allo S.p.a.: “Quando sei nato non puoi più nasconderti”

Un altro giovedì di cineforum allo S.p.a. [Spazio popolare autogestito]. In mezzo alla noia e all’apatia dell’autunno termolese….. allo S.p.a. [Spazio popolare autogestito] i giovedì sera riprendono vita!!

Il piacere di guardare un film e discuterne in compagnia fuori dalle logiche commerciali significa riappropriarsi della cultura e del tempo!

Con “Quando sei nato non puoi più nasconderti” (di Marco Tullio Giordana, 2005) cominciamo ad affrontare il tema delle migrazioni, attraverso una storia che ribalta il punto di vista a cui ci abituano i tg, e ci racconta degli sbarchi (e di tutto quello che succede dopo) con gli occhi di chi arriva in una nuova terra, con tanto dolore alle spalle ma anche tanta speranza di poter vivere una vita di dignità.

Questa settimana si parla della condizione dei migranti, in particolare di coloro che sbarcano sulle nostre coste in fuga da guerre e persecuzioni, tema che riprenderemo anche la settimana prossima con il documentario “Come un uomo sulla terra” di Andrea Segre, Riccardo Biadene e Dagmawi Yimer dalle 20:00 #Cena sociale#

#inizio film# ore 21:00 (quasi) tassativo

Come al solito, allo S.p.a. [Spazio popolare autogestito] in via XXIV maggio 51, Termoli

 

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l film è stato presentato in concorso al 58º Festival di Cannes.

Una famiglia bresciana benestante, non particolarmente chiusa alla realtà dei migranti (il padre del protagonista infatti è il proprietario di una fabbrica dove lavorano extracomunitari con i quali ha un rapporto amichevole) ma in realtà lontana dai problemi sociali dell’emigrazione, viene sconvolta da quello che succede al figlio dodicenne Sandro: durante una crociera in barca con il padre, Sandro cade in mare e viene raccolto da un barcone di immigrati clandestini. Corre il rischio di essere identificato dagli scafisti come un ricco italiano e quindi di essere sequestrato per un riscatto. Sarà il clandestino rumeno Radu a salvarlo facendolo passare per un orfano kurdo. Sandro deve cavarsela con le sue forze in una realtà a lui sconosciuta, in una situazione molto diversa da quella in cui abitualmente vive.

A proposito di questa opera, il regista Marco Tullio Giordana ha dichiarato: «Volevo raccontare con gli occhi ancora innocenti e perfino riconoscenti di un bambino che è stato salvato da loro chi sono questi migranti. Sandro scopre che sono molto simili a lui, che sono governati dagli stessi sentimenti, che può nascere l’amicizia, l’amore, il bisogno l’uno dell’altro, in modo assolutamente sincero».

cineforum allo s.p.a.: “Un uomo da bruciare”, giovedì 7 novembre

Giovedì 7 novembre, ore 18:30
“Un uomo da bruciare” , 1962
di Valentino Orsini insieme ai fratelli Taviani, con Gian Maria Volonté.
-> dopo il film cena sociale <-

un uomo

 

Ci vediamo al solito S.p.a. [Spazio popolare autogestito], via XXIV maggio 51, Termoli

DOVE SONO? E CHE CI FACCIO QUI?

Noterelle sparse sullo spazio sociale di via XXIV Maggio

[questo è il documento che da un po’ di giorni avete trovato in sede se vi siete affacciati dalle nostre parti, con in cui cominciamo a (non) definire, per noi e per tutti quelli di passaggio o che condivideranno un pezzo di strada, lo spazio di via XXIV maggio e le soggettività che lo abitano]

"anomali ma belli" - serata di autofinanziamento. credits to manocchio

“anomali ma belli” – serata di autofinanziamento. credits to manocchio

Avete mai provato a prendere in mano un’anguilla viva? Se no, provateci. Non so se ci riuscirete. Molto probabilmente, no: quella scappa, vi scivola tra le mani, non la pigli.

Cantava più o meno così un noto gruppo musicale napoletano, anni addietro. Va bene, ma tutto ciò che c’entra con questo spazio? Niente, o forse molto … Per adesso, teniamola a mente, l’anguilla …

 Forse non molti se ne sono accorti, presi da altri e più impellenti problemi o distratti dalle ansie e dalle preoccupazioni quotidiane, ma da qualche mese a Termoli esiste uno spazio autogestito di sperimentazione culturale, sociale, politica. In via XXIV Maggio è nato, insomma, un bambino meticcio: dalla collaborazione preziosa con i compagni e le compagne della Rifondazione Comunista, grazie alla loro esperienza e alla loro disponibilità ad aprire il proprio circolo alle esigenze di un gruppo autocostituitosi di giovani termolesi, ora la città può contare su un luogo di incontro aperto e plurale.

 Uno spazio di protesta e di proposta, un luogo per rispondere ai legittimi bisogni di autoformazione e di convivialità non mercificata diffusi silenziosamente nel tessuto urbano termolese. Quasi una ferita nel desolante panorama cittadino, un’onda anomala nel mare piatto della politica e della socialità locali.

 Forse, tuttavia, qualcuno avrà sentito parlare di questo spazio, magari per sbaglio, negli ultimi mesi. È in questi locali, infatti, che abbiamo gestito il mercatino del libro usato per le scuole superiori, immaginato come forma di contrasto al carolibri e di sostegno, seppur minimo, al reddito familiare; protesta e proposta, appunto. È sempre da questi spazi che abbiamo organizzato e praticato le critical mass, passeggiate collettive in bicicletta per sensibilizzare la popolazione cittadina sull’inquinamento sempre più massiccio dei luoghi che abitiamo ed ipotizzare un’altra forma di mobilità, sostenibile e non inquinante. È in questi luoghi che abbiamo discusso, anche ed in principio, dell’organizzazione di Libera Festa 2013 a Montecilfone, un evento musicale e politico che ha visto, nel corso della tre giorni, attraversare lo stadio del piccolo comune molisano da migliaia di persone giovani e meno giovani. È sempre in questi luoghi che da qualche tempo si sta ritrovando nelle sue assemblee il movimento per l’acqua bene comune, a sua volta composto da un’eterogeneità di soggetti, di varie estrazione politica e culturale, che lavorano insieme, e volontariamente, per restituire alla gestione comune un bene essenziale come l’acqua. È qui che, con altri e altre, si stanno ponendo le basi per un progetto autorganizzato di commercio di beni primari (pasta, pane, olio) basato sulla filiera corta: un G.A.P. (Gruppo di Acquisto Popolare), al quale potranno aderire tutti i cittadini interessati a contrastare il dominio dei supermercati e ad avere accesso a prodotti di qualità a basso prezzo, rifiutando il carovita ed imparando ad autogestirsi.

 Tutte iniziative, quelle suddette, che provano ad allargare le maglie sempre più strette di un sistema politico ed economico che vorrebbe vederci rassegnati al nostro ruolo di sudditi e telespettatori. Sempre più gente, chi prima chi dopo, chi per un motivo chi per l’altro, dirà di no a questo stato di cose.

 Lo spazio di via XXIV Maggio, una piccolezza rispetto all’enormità dei problemi che il nostro presente ci obbliga ad affrontare, vuole essere proprio un luogo aperto di condivisione e di ascolto, di dialogo e di organizzazione di pratiche sociali condivise tra coloro che rifiutano la dittatura dell’un per cento della popolazione sul restante novantanove per cento, per utilizzare una felice espressione del movimento statunitense Occupy Wall Street.

 È in questa direzione, per riprendere cioè a discutere collettivamente e ad approfondire questioni che ci riguardano da vicino, pur con uno sguardo teso verso la globalità e la complessità delle problematiche che via via affronteremo, che riprendiamo il nostro ciclo di film all’interno del cineforum. A partire da oggi, ci ritroveremo ogni Giovedì alle 20.00: non siamo, peraltro, nuovi a questo tipo di iniziative; già durante l’Estate abbiamo guardato e discusso insieme una serie di documentari su tematiche di attualità, con la collaborazione, anche, di ospiti e relatori esterni.

 Un’ultima ma importante precisazione: ci piace, simpaticamente, definirci uno (o!) S.P.A (Spazio Popolare Autogestito). Ma tante altre “A” ci caratterizzano. Questo è, infatti, anche uno spazio Autofinanziato, Antifascista, Antirazzista, Antisessista e, in definitiva, Anticapitalista. Definiamo dunque la nostra identità in opposizione alla violenza e alla segregazione, che sono le ragioni d’essere più profonde dell’attuale stato di cose. È a partire da questa identità negativa che tale spazio (r)esiste e ci auspichiamo che si amplierà come luogo di contrasto e di conflitto all’esistente e nello stesso tempo di aggregazione e di incontro tra tutte quelle soggettività ferite dalla “crisi”. Da quelle più definite e identitarie alle soggettività multiple riunite intorno ad un tema comune fino a quelle più porose e malleabili.

 È per questo, per difendere e rafforzare l’apertura e il policentrismo del nostro spazio, che ci opporremo a quanti vorranno, per un motivo o per l’altro, mettere le mani su questo luogo per incanalarlo in una direzione e quindi omologarlo; a quanti, ancora, vorranno catalogarlo o etichettarlo all’interno di definizioni prestabilite, risponderemo con un rifiuto netto e imprescindibile, sfuggiremo via.

 La bellezza e la creatività del dialogo tra diverse e diversi non può essere rinchiusa nella violenza e nell’astrattezza di categorie imposte dall’alto e dall’esterno. Siamo, in definitiva, gente comune: sofferente, sensibile, intelligente, curiosa, creativa, arrabbiata. Ribelle. Diversa, eterogenea.

Non è facile pigliarci, siamo scivolosi e fuggiamo via. Ecco cosa c’entra l’anguilla…

19 Ottobre: Dal Molise a Piazza S.Giovanni, Roma, ANDATA/ RITORNO E OLTRE

La mobilitazione generale e generalizzata del 19 Ottobre ha visto riempire le strade di Roma da una molteplicità di movimenti, sindacati di base, partiti extraparlamentari e diverse altre soggettività, decisi ad urlare il proprio sdegno e il proprio rifiuto contro le politiche dell’austerità imposte dai palazzi dello Stato e dell’Europa.

I pennivendoli dei partiti al potere e i giornalisti “a libro paga” delle lobbies, non avranno vita facile nel gettare discredito e malainformazione su chi, senza paura, è sceso in piazza per rivendicare il proprio diritto ad una dignità troppo spesso negata e oltraggiata.

Non gli scontri, che pure il corteo ha saputo sostenere con fermezza e radicalità assediando simbolicamente i luoghi del potere e del ricatto; non i fermati e le fermate, non gli arrestati e le arrestate, ai quali pure va tutta la nostra solidarietà e per i quali chiediamo un rilascio immediato; non lo spettacolo della politica, al quale la stessa stampa irregimentata vorrebbe vederci rassegnati, è andato riempendo le piazze e le strade di una Roma oltremodo militarizzata. I protagonisti della giornata di ieri sono stati, al contrario, i milioni di uomini e donne precari, disoccupati, migranti, cassaintegrati, i diversi movimenti di lotta per la casa, per i beni comuni, per la difesa dei territori che rappresentano la parte viva e sofferente del corpo sociale in Italia.

Un corpo sociale che nella giornata di ieri si è dimostrato capace di esprimere conflittualità radicale e diffusa con spirito maturo e cosciente di autorganizzazione. Sono questi due elementi, corroborati da una forte spinta solidaristica, di apertura e di condivisione tra le diverse istanze di lotta presenti nel lungo corteo romano, ad aver caratterizzato la giornata di lotta del 19. Sono questi i veri protagonisti e i tratti innovatori di un processo lungo e complesso che va avanti da mesi e che, da ieri, può contare su di una piccola-grande certezza in più: sulla apertura, cioè, di uno spazio politico ampio, plurale, e in quanto tale non unificabile all’interno degli schemi classici della rappresentanza-rappresentazione, di opposizione sociale alle nuove forme di dominio finanziario.

È da qui che bisogna e che intendiamo ripartire, consapevoli della delicatezza e della complessità degli equilibri che possono, da domani, schiudersi. È da qui che intendiamo ripartire consapevoli che, seppure schiacciati ed oppressi dalla crisi di un sistema oppressivo e ingiusto, non siamo soli.

Con queste nuove consapevolezze e con le energie accumulate dal confronto con tanti e diversi lavoreremo per ricostruire, a partire dai nostri territori, spazi critici ed aperti di conflitto e di immaginazione collettiva del nuovo, lasciandoci stimolare dal dialogo con tutte quelle sensibilità e intelligenze, molto spesso umiliate e offese, che saranno disponibili a collaborare per mobilitarsi.

La sollevazione non è un fatto di un giorno; è un lavoro di lotta quotidianamente agito a partire dalla nostre stesse vite, è un processo lento e gioioso, accidentato ma ricco di potenzialità, di costruzione, a partire dal qui e ora, del mondo altro che vorremmo realizzato.

In ritorno da Roma

dall’assemblea dello spazio sociale di via XXIV Maggio 51

riunitasi il 20/10/2013

seguiranno aggiornamenti…