DOVE SONO? E CHE CI FACCIO QUI?

Noterelle sparse sullo spazio sociale di via XXIV Maggio

[questo è il documento che da un po’ di giorni avete trovato in sede se vi siete affacciati dalle nostre parti, con in cui cominciamo a (non) definire, per noi e per tutti quelli di passaggio o che condivideranno un pezzo di strada, lo spazio di via XXIV maggio e le soggettività che lo abitano]

"anomali ma belli" - serata di autofinanziamento. credits to manocchio

“anomali ma belli” – serata di autofinanziamento. credits to manocchio

Avete mai provato a prendere in mano un’anguilla viva? Se no, provateci. Non so se ci riuscirete. Molto probabilmente, no: quella scappa, vi scivola tra le mani, non la pigli.

Cantava più o meno così un noto gruppo musicale napoletano, anni addietro. Va bene, ma tutto ciò che c’entra con questo spazio? Niente, o forse molto … Per adesso, teniamola a mente, l’anguilla …

 Forse non molti se ne sono accorti, presi da altri e più impellenti problemi o distratti dalle ansie e dalle preoccupazioni quotidiane, ma da qualche mese a Termoli esiste uno spazio autogestito di sperimentazione culturale, sociale, politica. In via XXIV Maggio è nato, insomma, un bambino meticcio: dalla collaborazione preziosa con i compagni e le compagne della Rifondazione Comunista, grazie alla loro esperienza e alla loro disponibilità ad aprire il proprio circolo alle esigenze di un gruppo autocostituitosi di giovani termolesi, ora la città può contare su un luogo di incontro aperto e plurale.

 Uno spazio di protesta e di proposta, un luogo per rispondere ai legittimi bisogni di autoformazione e di convivialità non mercificata diffusi silenziosamente nel tessuto urbano termolese. Quasi una ferita nel desolante panorama cittadino, un’onda anomala nel mare piatto della politica e della socialità locali.

 Forse, tuttavia, qualcuno avrà sentito parlare di questo spazio, magari per sbaglio, negli ultimi mesi. È in questi locali, infatti, che abbiamo gestito il mercatino del libro usato per le scuole superiori, immaginato come forma di contrasto al carolibri e di sostegno, seppur minimo, al reddito familiare; protesta e proposta, appunto. È sempre da questi spazi che abbiamo organizzato e praticato le critical mass, passeggiate collettive in bicicletta per sensibilizzare la popolazione cittadina sull’inquinamento sempre più massiccio dei luoghi che abitiamo ed ipotizzare un’altra forma di mobilità, sostenibile e non inquinante. È in questi luoghi che abbiamo discusso, anche ed in principio, dell’organizzazione di Libera Festa 2013 a Montecilfone, un evento musicale e politico che ha visto, nel corso della tre giorni, attraversare lo stadio del piccolo comune molisano da migliaia di persone giovani e meno giovani. È sempre in questi luoghi che da qualche tempo si sta ritrovando nelle sue assemblee il movimento per l’acqua bene comune, a sua volta composto da un’eterogeneità di soggetti, di varie estrazione politica e culturale, che lavorano insieme, e volontariamente, per restituire alla gestione comune un bene essenziale come l’acqua. È qui che, con altri e altre, si stanno ponendo le basi per un progetto autorganizzato di commercio di beni primari (pasta, pane, olio) basato sulla filiera corta: un G.A.P. (Gruppo di Acquisto Popolare), al quale potranno aderire tutti i cittadini interessati a contrastare il dominio dei supermercati e ad avere accesso a prodotti di qualità a basso prezzo, rifiutando il carovita ed imparando ad autogestirsi.

 Tutte iniziative, quelle suddette, che provano ad allargare le maglie sempre più strette di un sistema politico ed economico che vorrebbe vederci rassegnati al nostro ruolo di sudditi e telespettatori. Sempre più gente, chi prima chi dopo, chi per un motivo chi per l’altro, dirà di no a questo stato di cose.

 Lo spazio di via XXIV Maggio, una piccolezza rispetto all’enormità dei problemi che il nostro presente ci obbliga ad affrontare, vuole essere proprio un luogo aperto di condivisione e di ascolto, di dialogo e di organizzazione di pratiche sociali condivise tra coloro che rifiutano la dittatura dell’un per cento della popolazione sul restante novantanove per cento, per utilizzare una felice espressione del movimento statunitense Occupy Wall Street.

 È in questa direzione, per riprendere cioè a discutere collettivamente e ad approfondire questioni che ci riguardano da vicino, pur con uno sguardo teso verso la globalità e la complessità delle problematiche che via via affronteremo, che riprendiamo il nostro ciclo di film all’interno del cineforum. A partire da oggi, ci ritroveremo ogni Giovedì alle 20.00: non siamo, peraltro, nuovi a questo tipo di iniziative; già durante l’Estate abbiamo guardato e discusso insieme una serie di documentari su tematiche di attualità, con la collaborazione, anche, di ospiti e relatori esterni.

 Un’ultima ma importante precisazione: ci piace, simpaticamente, definirci uno (o!) S.P.A (Spazio Popolare Autogestito). Ma tante altre “A” ci caratterizzano. Questo è, infatti, anche uno spazio Autofinanziato, Antifascista, Antirazzista, Antisessista e, in definitiva, Anticapitalista. Definiamo dunque la nostra identità in opposizione alla violenza e alla segregazione, che sono le ragioni d’essere più profonde dell’attuale stato di cose. È a partire da questa identità negativa che tale spazio (r)esiste e ci auspichiamo che si amplierà come luogo di contrasto e di conflitto all’esistente e nello stesso tempo di aggregazione e di incontro tra tutte quelle soggettività ferite dalla “crisi”. Da quelle più definite e identitarie alle soggettività multiple riunite intorno ad un tema comune fino a quelle più porose e malleabili.

 È per questo, per difendere e rafforzare l’apertura e il policentrismo del nostro spazio, che ci opporremo a quanti vorranno, per un motivo o per l’altro, mettere le mani su questo luogo per incanalarlo in una direzione e quindi omologarlo; a quanti, ancora, vorranno catalogarlo o etichettarlo all’interno di definizioni prestabilite, risponderemo con un rifiuto netto e imprescindibile, sfuggiremo via.

 La bellezza e la creatività del dialogo tra diverse e diversi non può essere rinchiusa nella violenza e nell’astrattezza di categorie imposte dall’alto e dall’esterno. Siamo, in definitiva, gente comune: sofferente, sensibile, intelligente, curiosa, creativa, arrabbiata. Ribelle. Diversa, eterogenea.

Non è facile pigliarci, siamo scivolosi e fuggiamo via. Ecco cosa c’entra l’anguilla…

One response to “DOVE SONO? E CHE CI FACCIO QUI?”

  1. l’impegno da sempre i suoi frutti