Una soluzione si trova se si avvia un processo di confronto. Abbiamo spiegato che la ripubblicizzazione del servizio idrico è possibile, ed è a tutto vantaggio dei cittadini. Abbiamo proposto al Sindaco due esperti che accompagnassero (gratis) l’amministrazione nel creare un’azienda pubblica. L’alternativa è consegnare la nostra acqua a potenti gruppi multinazionali e agli interessi finanziari, con aumenti di tariffe, perdita di investimenti, democrazia e posti di lavoro.
Le dichiarazioni del sindaco di Termoli sull’impossibilità di ripubblicizzare il servizio idrico per mancanza di fondi lasciano davvero sgomenti tutti i cittadini che in questi lunghi mesi, ormai anni, hanno creduto di aver conquistato il diritto a veder rispettato il loro voto referendario e la volontà unanime del consiglio comunale.
Il Comitato Acqua Pubblica di Termoli ha incontrato una prima volta il sindaco circa due mesi fa, insieme ai due consulenti del Forum Italiano dei movimenti per l’Acqua nominati (a titolo gratuito) nel 2013 per supportare l’amministrazione nel percorso di costruzione di un’azienda pubblica. In quell’occasione erano stati chiesti i dati finanziari indispensabili per rendersi conto dell’entità delle cifre necessarie: il bilancio comunale non era ancora pronto, ma fu ribadita l’assoluta competenza dei due consulenti per l’elaborazione di un piano economico-finanziario, nonché la loro disponibilità a stendere un crono programma che desse concretezza e tempistica ai vari passaggi. Marco Bersani e Renato Di Nicola (i due consulenti), inoltre, fecero presente come il Comune non avesse ancora messo a disposizione i documenti necessari per poter ricostruire la situazione reale della gestione dell’acqua in città. Da allora, se si eccettua un incontro interlocutorio con l’ing. Caruso, incaricato dal Sindaco di ricevere i rappresentanti dei comitati (incontro che non portò ad alcuna proposta concreta per l’inizio di un percorso concreto), un lungo silenzio: interrotto ora da queste dichiarazioni.
Cosa dovremmo ancora dire al signor Sindaco, che ripete di essere pronto ad ascoltare? Come fa ad affermare che non ci sono i soldi per gestire in modo pubblico l’acqua, se non ha mai consegnato i bilanci agli esperti, che già da tempo gli avrebbero consegnato una dettagliata descrizione delle fasi da seguire, se solo ci fosse stata la volontà vera di ripubblicizzare? Può anche darsi che strada facendo si sarebbero riscontrate gravi difficoltà finanziarie, ma nessuno può dirlo a priori: lo si potrà eventualmente constatare solo avendo davanti un progetto con cifre, tempi di realizzazione e passaggi operativi, cioè quello che i due consulenti non hanno potuto stendere, perché privi dei dati necessari, in primo luogo il bilancio comunale.
Anche le dichiarazioni relative al problema della legge regionale suonano pretestuose, in quanto era stato fatto presente al sindaco, durante il primo incontro, che il Comitato aveva già preparato una bozza completa di legge da sottoporre al Presidente Frattura, che si era detto disponibile a portarla all’attenzione del Consiglio. In quell’occasione, inoltre, era stato ufficialmente chiesto al Sindaco di incontrare il Presidente della Regione per ricordargli la situazione di Termoli e insistere per un orientamento regionale che andasse nella stessa direzione, l’unica che i cittadini hanno scelto chiaramente: quella della gestione pubblica.
Ci sembra evidente che l’atteggiamento del Sindaco non evidenzi alcun rispetto della volontà popolare, in nome di una pretesa impossibilità economica, tutta da dimostrare: sempre nell’unico incontro concesso finora al comitato, Bersani e Di Nicola avevano espressamente detto che è possibile trovare coperture finanziarie per un comune che voglia ripubblicizzare, naturalmente dopo aver esaminato il bilancio e le carte di gestione della CREA.
Siamo stanchi di sentirci dire che “non sono contrario in linea di principio, però… Il pubblico finora si è rivelato inefficiente… non vogliamo creare altri carrozzoni…”: è ora di dire con molta chiarezza che a chi amministra i cittadini non chiedono un’opinione personale su un tema sul quale si sono così chiaramente espressi: chiedono solo di esperire tutte le strade possibili per realizzare quella richiesta. E finora di strade non se ne è provata neanche una.
Ancor più che oggi la scelta di ridare la gestione dell’acqua in mano al privato sarebbe ancora più grave: con il decreto cosiddetto “Sblocca-Italia” e la legge di stabilità, le centinaia di aziende municipalizzate che gestiscono oggi i servizi pubblici in Italia, con la scusa delle inefficienze, saranno accorpate in quattro o cinque grandi colossi. Questo significherà una enorme concentrazione di profitti nelle mani di grandi multinazionali quotate in borsa, aumenti di tariffe per i consumatori senza miglioramento dei servizi, e una grave perdita in termini di occupazione, investimenti, e controllo democratico su beni e servizi essenziali. In un periodo di grave crisi economica, anziché pensare all’interesse pubblico e al bene dei cittadini, con questa operazione governo e comuni intendono trasformare i servizi pubblici locali, a partire dall’acqua, da garanti di diritti universali in mercato redditizio e competitivo al servizio dei grandi capitali finanziari. Con questa mossa le decisioni si spostano dai territori agli uffici delle multinazionali e dei grandi gruppi finanziari.
Chiediamo quindi ufficialmente al Sindaco di far partire subito le nomine a Marco Bersani e a Renato Di Nicola, di convocare in tempi strettissimi un primo incontro finalmente operativo, con tutte le informazioni economico-finanziarie finalmente sul tavolo, e di cominciare a dare significato sia al voto referendario sia alla delibera del 26 giugno 2013, che non può essere cancellata così facilmente senza assumersi gravi responsabilità politiche di fronte alla popolazione.
Termoli, 10 novembre 2014
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