Dal numero di giugno de l’anguilla: scaricalo qui http://imazzemarille.noblogs.org/languilla-numero-1-giugno/
Da anni la scuola pubblica subisce un attacco mirato consapevolmente a renderla inefficiente e in ultima analisi a smantellarla. Classi sovraffollate, tagli al personale, meno tempo e la qualità che inevitabilmente peggiora… E anche quest’anno in Molise quaranta posti da docente si perderanno, mentre nei piccoli comuni sono sempre di più le classi pluriennnali…
di Leda Di Santo e Alessandra Santagata, insegnanti
Dalla controriforma in poi la scuola pubblica ha subito un cambiamento strutturale teso ad impoverire l’offerta formativa e, dunque, ad indebolire il diritto all’istruzione per le nuove generazioni. Nel 2009, la scuola pubblica è stata colpita dal taglio di 8 miliardi di euro, tradotto nella diminuzione del tempo scuola, nella drastica perdita dei posti di lavoro e nell’aumento del numero di alunni per classe: dunque, meno scuola, meno personale A.T.A. E meno docenti. Per i lavoratori precari, inoltre, si pensa ad un nuovo canale di reclutamento: il sistema legale, garantista e monitorabile delle graduatorie verrebbe sostituito con la chiamata diretta dei dirigenti scolastici che potrebbero decidere, del tutto arbitrariamente, a chi sono destinati i posti di lavoro disponibili nella scuola che gestiscono. Ciò si tradurrebbe, di conseguenza, in una gestione privatistica di un settore pubblico e creerebbe nei lavoratori una condizione di ricattabilità inaccettabile. Il piano di smantellamento dell’istruzione pubblica passa, poi, per l’innalzamento del numero di alunni per classe che non solo è pericoloso per l’incolumità fisica dei ragazzi e delle ragazze, ma comporta l’impossibilità di fornire una adeguata istruzione alle nuove generazioni. Dunque, si ritorna ad una scuola classista che non include ma esclude perché privata di mezzi, tempo e risorse. Il taglio dei fondi, mai sanato, continua anche ad opera del nuovo ministro che prosegue sulla strada dello smantellamento consapevole e scientemente pianificato del sistema pubblico di istruzione. Perché esso possa riprendere il suo ruolo di motore di sviluppo della società è necessario reinvestire fondi che consentano il ripristino del tempo pieno e prolungato e un’offerta formativa adeguata, eliminando disagi, barriere sociali e privazioni. E i tagli previsti e rispondenti unicamente ad una logica aziendale ed economicistica si abbatteranno nuovamente anche sul Molise, dove per il prossimo anno sono previsti circa quaranta docenti in meno a fronte della formazione di classi sempre più numerose nei grandi centri e della crescente formazione di classi pluriennali nei piccoli comuni. Abbiamo il compito necessario ed urgente di ripensare un sistema scuola che ribalti questi paradigmi e le conseguenti normative vigenti e che ponga al centro del suo agire la vita dei ragazzi e delle ragazze e le esigenze dei territori.
Commenti recenti