di R@p (rete per l’autorganizzazione popolare) Molise
Un corteo gioioso e popolare, meticcio e colorato, quello che ha attraversato le strade della capitale nella giornata di Sabato 17 Maggio. I movimenti che nei territori ragionano intorno al tema della tutela e della riaffermazione di un altro paradigma, quello dei beni comuni, hanno risposto massicci e determinati all’invito a scendere in piazza, promosso dal Forum nazionale per l’acqua bene comune. Un serpentone di oltre quarantamila persone ha riempito allegramente le strade e le piazze romane, esse stesse tra i primi e più fondamentali beni primari, che è necessario tornare a vivere, e a far vivere. Il dato non era scontato ed è di per sé un buon segnale, considerando anche il divieto imposto dall’alto di toccare, durante la marcia, il ministero dell’economia, luogo tutt’altro che simbolico di dominio e di ricatto generalizzato alla società. Ma la maturità dei movimenti e il desiderio di esprimere un dissenso forte e determinato ma gioioso ha prevalso sul clima intimidatorio che quasi quotidianamente si respira nel corpo sociale italiano. Così è stato, infatti: la composizione variegata e molteplice del corteo è riuscita a coniugare, in un connubio che sarebbe bello ed auspicabile tornare a vedere presto, radicalità e proposta, conflitto ed autorganizzazione, rabbia degna ed allegria condivisa. Solidale anche il clima atmosferico con i partecipanti alla manifestazione: il caldo sole romano ha infatti contribuito a rendere la giornata una festa, nonostante il clima politico ed economico denunciato sia di tutt’altra temperatura.
Ben rappresentati i vari comitati e movimenti in lotta nelle territorialità: da quelli di opposizione alle grandi opere, alle varie realtà romane e non di occupazione ed autogestione di case e spazi di socialità e cultura, a chi combatte la devastazione e il saccheggio del più centrale di tutti i beni, l’ambiente, affermando con preoccupazione e coscienza di luogo che esso deve restare fuori dalle logiche di potere e di profitto che vorrebbero farne una merce al pari di tutte le altre. Presente anche una parte del sindacalismo di base, apertamente ostile all’ennesima riforma del lavoro che rende, se mai fosse possibile, più precarie le vite di milioni di donne e uomini, giovani e meno giovani; gli occupanti di case, che rivendicano la centralità del tema dell’emergenza abitativa e di un riuso sociale e popolare dell’edilizia pubblica; il forum per la risocializzazione di Cassa depositi e prestiti, frutto di un ragionamento che nasce proprio all’interno del movimento che vuole l’acqua bene comune: l’esito referendario del 2011, infatti, nel quale si diceva molto chiaramente che l’acqua non è una merce e che, quindi, il profitto deve rimanere fuori dalla sua gestione rimane a tutt’oggi in larga parte disatteso.
Anche a Termoli, per esempio, il comitato locale che intende restituire alla sua comunità la gestione del bene acqua, con ciò sottraendolo dalle mani dei privati, si è scontrato, tra gli altri, col problema della mancanza di fondi. C’è la volontà politica di risocializzare il bene, unanimemente espressa in un consiglio comunale dello scorso Giugno, ma mancano le disponibilità economiche (oltre che le competenze tecniche ed umane). La campagna per la risocializzazione di Cassa depositi e prestiti intende innestarsi proprio all’interno di questo apparente vicolo cieco, dimostrando che i soldi ci sono eccome e sono quelli dei risparmi postali dei cittadini. Infine, a sfilare per il centro di Roma, anche l’anima istituzionale della sinistra, quella che con il candidato greco Alexis Tsipras intende proporre e praticare un’altra idea di società e di Europa.
Noi che dal Molise, regione periferica ed isolata, per certi versi arretrata e poco incline al dissenso e ai cambiamenti sociali di rottura e di alternativa, proviamo a praticare ogni giorno altre relazioni sociali e politiche, ci siamo sentiti naturalmente parte del mondo vivo e vivace, molteplice ed in movimento, che ha camminato insieme nel pomeriggio di Sabato. In tempi di campagne elettorali, quando la politica mostra il suo volto essenziale, quello pubblicitario e sloganistica, noi sappiamo da che parte stare. Le nostre alleanze le costruiamo anche così, attraversando le strade di città e di campagna insieme ad altre e ad altri che si rendono disponibili a condividere e sperimentare altri modelli di società; saremo, forse, ancora una minoranza ma la giornata di Sabato ce ne ha dato l’ennesima prova: siamo in ottima compagnia!
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