di Nicoletta Radatta*
L’ambiente è il futuro. Eppure, c’è ancora chi considera l’ambiente naturale come una risorsa da sfruttare e non come un bene prezioso da conservare e valorizzare. Il Molise è di fronte ad un bivio: continuare a devastare e depredare il territorio, oppure rispettarlo e promuoverlo con attività che producono reddito, offrendo occasioni di lavoro e servizi. Trivellazioni petrolifere, discariche di rifiuti speciali, inceneritori, mega centrali eoliche, distese di pannelli fotovoltaici, industrie che generano impatti negativi anche sulla salute non sono compatibili con la produzione agroalimentare di qualità: un vigneto non può produrre vino di qualità se al suo fianco c’è una centrale chimica, come un orto non può produrre ortaggi di qualità se quel terreno è stato usato come discarica di chissà quali rifiuti.
Sono queste le ragioni per cui il Centro Studi Alto Vastese e Valle del Trigno ha deciso di opporsi alla costruzione della centrale eolica nel comune di Montemitro. La nostra visione del territorio è che questo sia di per sé uno scrigno stracolmo di ricchezze che aspettano solo di essere riconosciute e amate. Solo in questo modo è possibile dare il giusto valore a qualcosa che solo apparentemente non ne possiede.
Prima di proseguire, ci teniamo a precisare che la nostra associazione non è contraria all’energia da fonti rinnovabili, ma è fortemente contraria al proliferare di impianti senza criterio. Non è possibile che le centrali eoliche debbano sorgere sui crinali più belli e che i pannelli fotovoltaici debbano rubare spazio alle coltivazioni agricole.
Allo stesso modo ci teniamo a precisare che le nostre obiezioni agli impianti eolici non nascono per partito preso, per il gusto di fare il bastian contrario della situazione, assumendo opinioni contrarie a quelle della maggioranza. La nostra contrarietà nasce dalla convinzione che con il nostro ambiente, con il nostro territorio, con il nostro paesaggio ci si possa fare altro. Come per esempio istituire Oasi di protezione naturalistica per la conservazione degli ecosistemi e della biodiversità; basterebbe trasformare i Siti di Interesse Comunitario in aree protette istituzionalmente.
Altro esempio è quello di incentivare l’agricoltura biologica e i prodotti tipici concentrando l’attenzione verso la filiera corta e la tracciabilità dei prodotti agroalimentari tipici del nostro territorio. La normativa di settore deve operare per favorire studi, ricerche e programmi che vadano oltre il riconoscimento DOP, DOC e IGP, capaci di garantire ricadute immediate sull’economia reale. Per questo occorre mettere definitivamente al bando i veleni chimici utilizzati in agricoltura: pesticidi, diserbanti e tutte le sostanze tossiche e cancerogene.
Sul piano della promozione turistica, è necessario innanzitutto puntare sulle nuove forme di turismo: il turismo naturalistico, religioso, sportivo, eno-gastronomico, del benessere psico-fisico. E’ compito di chi ci governa e amministra pianificare le azioni, i modi e i tempi per sviluppare questa grandissima risorsa che, sotto questo punto di vista, risulta ancora del tutto inesplorata. Sono necessarie grandi capacità programmatiche, risorse, competenze e sinergie che devono coinvolgere professionisti ed operatori del settore, le compagnie aeree e di viaggio, i ristoratori e anche i residenti. in termini di potenzialità non siamo affatto secondi alla Toscana o all’Umbria; alcuni dei nostri centri storici nascondono perle che aspettano solo di essere ammirate ed è su questi che bisogna puntare.
Il Molise possiede una porta spalancata sull’Adriatico – Termoli – ed un’altra aperta al Tirreno – Venafro. Queste due città rappresentano le nostre reception situate una sulla A14 e l’altra a poca distanza da Roma e Napoli. L’isolamento del Molise non è verso l’esterno, ma al nostro interno dove la viabilità è fortemente compromessa da strade che ormai non possono più essere definite tali.Anche la loro ordinaria manutenzione è diventata un ricordo anni ’80. È davvero ragionevole pensare che la nostra priorità sia l’autostrada, quando per raggiungere il capoluogo impieghiamo più tempo che per arrivare nella capitale? È davvero l’autostrada la nostra priorità o gli interventi sulle strade provinciali che sono ormai diventate pezze di asfalto appiccicate fra smottamenti e frane?
Tornando all’eolico, per chi dovremmo produrre energia se la nostra regione è in preda ad una forma inarrestabile di emorragia di persone? Fermare lo spopolamento questa dovrebbe essere la nostra principale preoccupazione, non giocare a risiko con pale e pannelli andando alla ricerca della nuova frontiera da trafiggere
Ma per trovare la soluzione ai problemi occorre necessariamente analizzarne le cause. L’assenza di sbocchi occupazionali, la perdita o la mancanza di servizi essenziali, i maggiori oneri per gli spostamenti, i costi di riscaldamento, per l’istruzione ecc. sono solo alcuni dei motivi che spingono i giovani, ma anche un numero sempre più crescente di famiglie a trasferirsi sulla costa e nelle grandi città. Se vuole arginare questo grave fenomeno, il governo regionale deve adottare una fiscalità ad hoc per le aree interne. Deve dotarsi di strumenti finanziari per ridurre le tasse, per l’edilizia popolare, per favorire le famiglie, i giovani e le imprese che decidono di stabilirsi nei paesi montani.
Questa è la nostra proposta alternativa alla miseria dei canoni di concessione che le società offrono ai sindaci come ricompensa per aver irrimediabilmente svenduto un territorio che è patrimonio di tutti, e per ciò stesso di valore inestimabile. Per questo motivo noi chiediamo la moratoria delle centrali eoliche e delle opere altamente impattanti sul paesaggio e sugli eco-sistemi.
Ps: La Norvegia, paese conosciuto per l’elevato tenore di vita dei suoi abitanti, ha ottenuto il titolo di migliore Paese in cui vivere. Sarà un caso che in Norvegia ci sono 44 parchi nazionali?
*Centro Studi Alto Vastese e Valle del Trigno
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